Descrizione
Il sunto di Lampedusa 2084 l’utopia negativa è l’inutilità dell’uomo su questa terra, la registrazione dell’inutilità del suo cammino, la descrizione della sua ferinità. Il cui fine è di sovvertire tutto nel mondo, insistendo che sia suo, che qualcuno, il solito suo dio, glielo abbia consegnato, infatti, la leva del suo agire, è la codificazione di un dio, che artefice della sua creazione, gli darebbe almeno un senso.
Si comprenderà che oggetto degli strali dell’autore, non è l’uomo nella quotidianità, l’uomo con i suoi piccoli desideri, le sue nebulose e commoventi aspirazioni, il suo lavoro (che sia, per favore, il più possibile artigianale), il suo affetto alle persone a lui più vicine (l’unico sentimento che nella vita valga), la sua fondamentale onestà, ma il Grande Uomo, con le sue smanie da protagonista, con le sue strabilianti promesse, con le sue decisioni, prese sugli altri, innanzi tutto su coloro che devono ancora nascere e non le gradiranno.
Il libro, che rigetta la Storia, la grande Storia dell’umanità, divenuta peggio che una favola, ove la realtà è dominata dal caso, ove è arbitro l’egoismo di noi uomini, cita casi storici (vera la citata conferenza del professor Fornaciari a Firenze), casi favolistici, che sono più veri di quelli storici (vero il fatto del turco, che era originario di Messina, e ritornò per vedere la madre, terrorizzando l’intera città), e si conclude con i fatti storici e terribili del massacro di Nanchino, dell’odierno Afghanistan, i cui criminosi integralisti mettevano le bombe dentro le bamboline, con i fatti della Sierra Leone, insomma con il ritorno a un passato, che non è più passato, ma è divenuto post-moderno, e catapultano la razza umana, l’unica del pianeta, alle efferatezze più ancestrali
La morale è che siamo scimmie molto ben ammaestrate, educate, istruite, la morale è che c’è IL SAPERE, la registrazione (e spiegazione) dei fenomeni che ci riguardano (guai a perderlo!), e che solo tenendoci caro tutto questo, cioè il lavoro di chi ci ha preceduto, solo procedendo con cautela, e senza protagonismi dannosi, si può sperare qualcosa, possiamo evitare quel “peggio”, che sta in noi stessi.
Ma l’inutilità della vita degli altri, è ovviamente anche l’inutilità della vita dell’autore (il libro si chiude come era cominciato: partendo dall’analisi della sua inutilità); e il check-in dell’ultimo volo, anela di un solo desiderio, facilmente immaginabile: la fine.
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