Descrizione
Sono gli anni Settanta quando nella vita di Giorgio cominciano a insinuarsi dubbi profondi sulle relazioni fra individui e sulla dimensione politica del vivere umano. La macrobiotica, ai suoi albori, si profila come strumento culturale per una rivoluzione pacifica che metta in atto esistenze non artificiali. I dubbi di Giorgio si faranno portatori della sua stessa guarigione. La sua vicenda personale, contaminata da pagine nere della storia italiana – dallo scandalo Montedison alla strage di Stava al terrorismo – diventa la storia di un uomo salvo che sceglie la cura di sé e dell’ambiente.
Siamo quello che mangiamo. Scegliere il modo di nutrirsi e usare l’alimentazione come cura alternativa alla medicina tradizionale è un gesto di rottura verso il sistema. Imparare ad alimentarsi significa mettersi in ascolto del proprio corpo, scardinando la tendenza a curare i sintomi ma non le cause.
Prendere coscienza di tutto ciò e attuarlo può assumere inaspettatamente un forte significato politico. Ma Giorgio non lo sa ancora. Dovrà partire dall’esperienza in fabbrica, dal formarsi di una coscienza sindacale per riflettere sui rituali alienanti e le cattive pratiche di quel microcosmo che fa da specchio alla società intera.
ARTICOLI, RECENSIONI E…
(Intervista di Antonio Maurizio Cirigliano in occasione della presentazione del libro a Mantova il 30 ottobre 2015)
Intervento di Sergio Mambrini al Convegno “ETICA E RESPONSABILITA’PROFESSIONALE. Un caso storico: STAVA 19 LUGLIO 1985”
(Francesco Masala, La Bottega del Barbieri, 21 luglio 2015)[/koo_one_half] [koo_one_half_last]
PRESENTAZIONI E DISCUSSIONI
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