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L’effetto del jazz

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Nei vicoli della Torino del Dopoguerra nasce il primo jazz club italiano: lo Swing Club

di TONI BERTORELLI

Descrizione

In un vicoletto buio nel cuore di una Torino ancora segnata dalle ferite dei bombardamenti, alza le saracinesche un locale stralunato: lo Swing Club. Al posto dei tavoli ci sono dei banchi di scuola, la cucina è sgangherata, ma il palco è grande abbastanza per ospitare un pianoforte e una batteria. Siamo nei primi anni Sessanta e in un attimo lo scantinato di via Bellezia diventa il luogo di ritrovo di una gioventù ribelle e amante della notte, unita dai suoni acidi e dissonanti del bebop. Sulla scena non sono comparsi ancora i rocchettari e i sessantottini, ma il movimento studentesco e gli operai torinesi sono già scesi ad agitare le piazze e tanti ragazzi sono attraversati dai fervori della Beat Generation. Per chi di loro è attratto dalla sperimentazione musicale, lo Swing diventa una seconda casa dove lasciarsi andare non solo all’improvvisazione ma alla libertà sessuale e all’uso di ogni tipo di stupefacente. Questa è la storia di un gruppo di amici drogati di jazz che passava le sue serate in uno scantinato fumoso di sole due stanze, dove hanno suonato dal vivo non solo i grandi nomi del jazz italiano come Enrico Rava, Tullio De Piscopo e Romano Mussolini, ma mostri sacri del jazz internazionale come Thelonius Monk, Miles Davis, Dollar Brand e Gato Barbieri.  Charlie Mingus, Dexter Gordon, J.J. Johnson, Chet Baker, Miles Davis, Thelonious Monk, Art Blakey, solo per citarne alcuni, approdarono in questo tempio della musica jazz. Un libro che, attraverso gli occhi dell’autore che ha vissuto quegli anni struggenti, ci fa amare con il suo racconto appassionato questo genere musicale, e ci racconta una Torino ormai scomparsa.

PREFAZIONE DI Tullio De Piscopo


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